venerdì 6 maggio 2016

DERMATITE DA FARMACI

Sebbene la patogenesi della maggior parte delle reazioni avverse a farmaci sia sconosciuta, si ritiene che molte abbiano origine allergica. Anticorpi specifici o linfociti sensibilizzati al farmaco possono reagire dopo 4-5 giorni dall'iniziale contatto con il farmaco. Una reazione tardiva causata da un nuovo contatto con l'agente farmacologico, può comparire entro alcuni minuti, oppure richiedere giorni o più tempo. Altre reazioni si innescano per accumulo di un farmaco (p. es., la pigmentazione da argento), per le caratteristiche farmacologiche del suo principio attivo (p. es., strie rubre o acne da steroidi sistemici; porpora da alte dosi di anticoagulanti), oppure dall'interazione con fattori genetici (p. es., porfiria cutanea tarda da estrogeni che inducono un enzima coinvolto nel ciclo metabolico delle porfirine).
Sintomi e segni
Le reazioni allergiche da farmaci possono variare da semplici eruzioni alla necrolisi epidermica tossica. L'esordio può essere improvviso (p. es., orticaria o angioedema da penicillina) oppure richiedere ore o giorni (esantema morbilliforme o maculo-papuloso da penicillina o sulfamidici) o talvolta anche anni (esfoliazione o pigmentazione da derivati arsenicali). Talvolta le lesioni sono localizzate (eritema fisso da medicamenti, ulcerazioni orali, dermatite in aree fotoesposte), ma più spesso hanno una distribuzione generalizzata.
Le reazioni possono essere caratteristiche di taluni farmaci, oppure mimare le configurazioni di qualunque altra dermatite (v. Tab. 118-1). I farmaci di una nuova terapia sono verosimilmente la causa della dermatite, ma devono essere sospettati anche quelli assunti da lunghi periodi.

Diagnosi e terapia
È essenziale identificare l'agente responsabile. È importante raccogliere un'attenta anamnesi, con precise domande sui medicamenti assunti, compresi i farmaci non soggetti a prescrizione usati per il dolore, per la stipsi, per l'insonnia, per l'influenza e per la cefalea, oltre ai colliri, le supposte e i farmaci rinologici. La reazione può avere inizio anche dopo che sia stata interrotta l'assunzione del farmaco (p. es., ampicillina) o può durare per settimane o mesi; anche minime quantità di farmaco possono indurre una reazione cutanea. Molte reazioni allergiche iatrogene si risolvono spontaneamente con la sospensione del farmaco responsabile e non richiedono ulteriore trattamento. Spesso, specialmente nei pazienti ospedalizzati, tutti i farmaci incriminati(esclusi i vitali) possono essere temporaneamente sospesi, per poi essere reinseriti nello schema terapeutico uno per volta, in ordine di urgenza, a intervalli di settimane. Un medico che sia a conoscenza dell'incidenza e dei diversi tipi di eruzione da farmaci, può sospendere l'assunzione del farmaco ritenuto responsabile, continuando la restante terapia. Se i medicamenti sospettati sono strettamente necessari, quando possibile vanno sostituiti con prodotti simili ma chimicamente diversi.
Non vi sono test di laboratorio attualmente in grado di confermare la diagnosi di un'ipersensibilità a farmaci, sebbene la trasformazione linfocitaria e il test cutaneo alla penicillina siano oggetto di studio. L'esame bioptico della cute interessata può essere di aiuto. L'ipersensibilità può essere ulteriormente confermata solo mediante la riassunzione del farmaco, ma ciò è rischioso e antietico.

Le sostanze lubrificanti (p. es., vaselina) danno sollievo sintomatico in caso di eruzioni maculopapulose secche e pruriginose. È possibile applicare unguenti corticosteroidei fluorurati , dapprima su un'area circoscritta e successivamente, qualora risultino efficaci, sull'intera eruzione. Un'orticaria acuta può essere segno di anafilassi e può richiedere l'uso di epinefrina solubile (1:1000) 2 ml per via sottocutanea o IM, oppure l'idrocortisone solubile, ad azione più lenta ma più persistente, a dosaggi di 100 mg EV, seguito da un corticosteroide orale per un breve periodo.

0 commenti:

Posta un commento